Pierre Cardin, la storia di un genio
Pietro Cardin, alias Pierre Cardin: un uomo che ha lasciato il segno nel mondo della moda e che continua a far parlare di sé a 90 anni compiuti, tra nuovi progetti e grandi aspirazioni. Uno stilista che ha dato sfogo alla sua vena artistica trovando spazio nel mondo della moda, delineando la sua idea di femminilità e di stile. Il tutto condito con un’appartenenza al Made in Italy che è per noi grande segno d’orgoglio. Eh si perché per chi non lo sapesse e per quanto possa “suonare” strano visto il suo nome d’arte apparentemente francese ed il successo internazionale riscon- trato negli anni, questo designer è italiano al 100%.
Pierre Cardin nasce nel 1922 a Sant’Andrea di Barbarana, una frazione di San Biagio di Callalta in provincia di Treviso. Nel 1924 i suoi genitori, due facoltosi agricoltori finiti in povertà dopo la prima guerra mondiale, si trasferiscono in Francia.
Nel 1936 il designer inizia l’apprendistato presso un sarto a Saint-Étienne e dopo una breve esperienza da Manby, sarto a Vichy, nel 1945 giunge a Parigi lavorando prima da Jeanne Paquin e poi da Elsa Schiaparelli. Primo sarto della maison Christian Dior durante la sua apertura nel 1947 (dopo essere stato rifiutato da Balenciaga), è partecipe del successo del maestro che definì il New Look. Nel 1950 fonda la sua casa di moda, cimentandosi poi con l’alta moda nel 1953. Cardin diventa noto per il suo stile d’avanguardia ispirato all’era spaziale (prima ancora che l’uomo andasse sulla luna) che sarebbe stato compreso solo molti anni più tardi. Preferisce forme e motivi geometrici spes- so ignorando le forme femminili: asimmetrie, bottoni oversize e mini abiti. Progredisce nella moda unisex, qualche volta spe- rimentale e non sempre pratica sino ad introdurre nel 1954 il “bubble dress” ossia il vestito a bolle.
I suoi vestiti «bulles» (a bolle) in breve vengono conosciuti in tut- to il mondo. Alla fine degli anni ‘50 inaugura la prima boutique «Ev» (al 118 di Rue du Faubourg de Saint-Honoré a Parigi) e la seconda boutique «Adam» dedicata all’abbigliamento maschile. Per il prêt-à-porter maschile realizza cravatte a fiori e camicie stampate. Sempre in questo periodo ha modo di viaggiare in Giappone, dove per primo apre un negozio d’alta moda: diventa professore onorario alla scuola di stilismo di Bunka Fukuso, e per un mese insegna taglio a tre dimensioni. Sin da subito si dimostra pioniere creando collezioni fiume che mescolavano capi sofisticati a pezzi ultra moderni e decisamente futuristici.
E’ stato anche il primo a portare la minigonna in passerella, e fece scandalo nel ‘66 con la sua gonna sexy stretta e con spacco, con i vestiti prefabbricati a stampo, e i gioielli di plastica. Vestì Lauren Bacall e Jeanne Moreau. Nello stesso anno ha disegnato la sua prima collezione interamente dedicata ai bambini. Due anni più tardi, dopo aver aperto una boutique dedicata alla moda per bambini crea la prima licenza per l’arredamento con la creazione di servizi di piatti in porcellana. All’inizio degli anni ‘70 apre a Parigi “L’Espace Pierre Cardin” che comprende un teatro, un ristorante, una galleria d’arte e uno studio di creazione di arredamento. L’Espace Cardin è utilizzato anche per promuovere nuovi talenti aritistici, come attori e musicisti.
Fu “il primo socialista della moda”, come lui stesso si definì, generando nuovamente scanda- lo nel mondo dell’haute couture quando firmò un contratto con la Rinascente e i grandi magazzini tedeschi, scelta che gli costò l’espulsione dalla Chambre Syndacale. Così Cardin, creativo geniale ed eccellente uomo d’affari, ha anticipato i tempi dimostrando che la moda può essere sia processo creativo che una questione di business. Nel 1979 fece addirittura una sfilata alla grande Muraglia in Cina, in tempi recenti si può dire sia stato replicato solo dalla griffe Fendi. All’inizio degli anni ‘80 acquista la catena di ristoranti “Maxim’s”: in breve apre a New York, Londra e Pechino. Anche la catena degli Hotel Maxim’s si aggiunge poi alla “collezione” di Pierre Cardin. Con lo stesso nome brevetta una vasta gamma di prodotti alimentari.
“Ho chiesto a me stesso: perché solo i ricchi possono accedere alla moda esclusiva? Perché non possono farlo anche l’uomo o la donna della strada? Io potevo cambiare questa regola. E l’ho fatto”. Questa una delle sue frasi più celebri, poche parole che lasciano intravedere il carattere deciso, la voglia di arrivare e quella di raggiungere degli obbiettivi. Rivoluzionario o visionario? In molti si interrogano su questo, ma quello che si può dire di Pierre Cardin è di essere sta- to un vero precursone di ciò che oggi è la moda internazionale. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti nella sua sfavillante carriera ricordiamo la nomina di Comandante dell’Ordine del Merito della Repubblica Italiana nel 1976, e la Légion d’Honneur francese nel 1983. Nel 1991 è nominato ambasciatore per l’UNESCO. Dal 2001 possiede le rovine di un castello a Lacoste (Vaucluse), precedentemente ap- partenuto al Marchese de Sade, dove organizza mregolarmente festival teatrali.
Moda, design, arti, hotel, ristoranti, porcellane, profumi, Cardin più di ogni altro stilista è stato capace di applicare il suo nome e il suo stile in moltissimi campi e su moltissimi oggetti. (Erica Trincanato)