Quando l'azienda "diventa" banca
“Il nostro spirito non è quello di chiedere, non lo è mai stato, ma di far capire cosa il nostro settore può dare a questo Paese sì”. Dice bene Cleto Sagripanti, presidente ANCI, poiché sempre di più siamo impossibilitati a farlo. Nonostante i risultati positivi del 2011 non siamo ancora in grado infatti di consolidare la crescita.
Su vari punti il nuovo decreto Sviluppo del Governo Monti non soddisfa. Per prima cosa è insufficiente l’impegno assunto sulla nuova Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: poco chiari ad esempio i fondi messi a disposizione.
Da anni i calzaturieri dicono che occorre avere il coraggio delle scelte, premiando quegli eventi e quei settori che rappresentano un volano per il Paese. “Invece l’allargamento della cabina di regia sembra fatta appo- sta per non scontentare nessuno, ma crea difficoltà nella gestione e nella destinazione dei fondi che peraltro sono ancora poco chiari nella loro consistenza”, spiega Sagripanti.
ANCI da tempo sostiene la necessità di una nuova “alleanza per la cresci- ta” basata sulla sinergia di più attori (pubblici, privati, associazioni e ban- che). Non si tratta solo di supportare il processo di internazionalizzazione che oggi sta premiando alcune imprese, ma di riqualificare la politica di promozione.
Poco è stato fatto fino ad ora anche sul tema cruciale del difficile accesso al credito, il cosiddetto credit crunch. In una recente ricerca di ANCI, lo Shoe Report, emerge per esempio che l’84,7% delle aziende finisce per essere “banca impropria”, creditrice dei propri clienti morosi subendo due volte la stretta creditizia: sia per effetto dalla stretta del credito prove- niente dalle banche, sia per i ritardi o i mancati pagamenti dei clienti. E la situzione non può essere la regola, come accade oramai da troppo tempo. “Serviva più coraggio - conclude il presidente di ANCI Cleto Sagripanti - ma serviva soprattutto la visione strategica di mettere al centro dell’azione le imprese che stanno subendo la forte contrazione dei consumi interni e l’andamento dell’economia dei paesi europei molto altalenante”.