Calzature, il Made in Italy tornate a crescere

I dati consuntivi 2010 e le indicazioni sui primi mesi 2011 non sembrano lasciare spazi a dubbi. I venti di crisi iniziati nel 2008 e continuati per tutto il 2009 sono alle spalle anche se le ferite rimangono aperte o, in altre parole, il recupero dei livelli pre-crisi non è ancora stato completato. “Siamo tornati a crescere e questo è il dato più positivo – ha afferma Vito Artioli presidente di ANCI Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani. Le imprese hanno fatto un lavoro molto complesso e profondo sulle proprie strutture aziendali e si sono spesso riposizionate su nuovi target di consumo e su nuovi mercati. ANCI ha contribuito a sostenere le vendite internazionali non solo con le manifestazioni fieristiche gestite direttamente, ma anche con le oltre 50 iniziative promozionali e workshop in tutto il mondo. Non nascondiamo che la strada sia lunga, ma la direzione presa è quella giusta.” I dati consuntivi diffusi dal centro studi ANCI confermano che soprattutto nella seconda metà dell’anno le aziende hanno saputo intercettare i segnali di ripresa dei mercati, pur se con sacrifici non indifferenti nei margini di profitto. Il settore ha iniziato a uscire dalla crisi, trainata dalle vendite estere e in particolar modo da alcuni paesi che sono tornati ad acquistare scarpe italiane. Nel 2010 le esportazioni hanno registrato un recupero del 15,2% in quantità e del 13,7% in valore, attestandosi a 221,4 milioni di paia per un totale di 6,6 miliardi di euro, con un prezzo medio in lieve flessione (-1,3%). Dopo un primo bimestre ancora negativo, nel secondo e nel terzo trimestre l’aumento è stato prossimo al 20% e il quarto trimestre ha visto irrobustirsi ulteriormente il tasso di crescita che ha toccato il 24%. Grazie a questi tassi, i livelli del 2008 sono stati quasi raggiunti in quantità (la differenza è solo dello 0,2% tra 2010 e 2008) mentre in valore il gap non è stato ancora recuperato del tutto (-4,4% tra 2008 e 2010). Un risultato importante è però stato conseguito: i volumi produttivi, dopo anni di continue erosioni, nel 2010 hanno invertito la rotta, tornando sopra i 200 milioni di paia (202,5 +2,3% sul 2009) per oltre 6,7 miliardi di euro (+4,4%). L’analisi per mercati di sbocco mostra incrementi in tutti i principali Paesi, quasi sempre a doppia cifra. Ad esempio la Francia, che si conferma al primo posto tra i mercati di destinazione, mostra incrementi tendenziali sui dodici mesi del 21% in volume e del 14% in valore. Bene anche la Germania. Per il 2011 le indicazioni rimangono orientate al moderato ottimismo perché dall’indagine congiunturale emerge una crescita della produzione nel primo trimestre pari al 2,6% in volume e del 3,9% in valore. (Federico Lovato)
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