Dai giovani i consigli per far ripartire il sistema
Il gruppo Giovani Imprenditori dell’Industria Calzaturiera ha organizzato
una due giorni romana per incontrare le istituzioni e chiedere interventi a
favore del sistema imprenditoriale del calzaturiero italiano.
I giovani Anci hanno ribadito al sottosegretario all’Economia e Finanze
Casero “la necessità di una riduzione delle tasse alle imprese per la ripresa
della competitività”, come ha spiegato il presidente Enrico Paniccià. Altro
tema trattato è la questione in primo piano per le imprese, quella del
pagamento dell’Iva, “che auspichiamo possa essere una scadenza fissata al
momento dell’effettivo incasso. Considerando le problematiche che impattano
sul ciclo dei pagamenti in un momento di crisi, questo problema sta
diventando per noi decisamente importante”.
“Il bilancio dei due intensi giorni trascorsi nell’ambiente delle Istituzioni è
molto positivo – afferma il presidente dei Giovani Anci Paniccià - perché
siamo consapevoli che l’impresa è parte di un contesto molto più ampio in
cui l’efficacia di una politica imprenditoriale si misura anche con le capacità
di un territorio e, più in generale, di un sistema Paese, di agevolare il mestiere
dell’imprenditore. Per questo è gioco forza dialogare con la politica
e conoscere le rispettive esigenze, per puntare assieme ad un obiettivo che
non può essere che comune”.
Poi la discussione è passata su un tema importante non solo per il settore
ma per tutti i consumatori, quello della tutela della salute, tutela che passa
in particolare attraverso la protezione dal possibile utilizzo di sostanze
tossiche nella produzione di calzature. “Sostanze che assolutamente non
entrano nella produzione fatta in Italia, perché noi siamo rispettosi delle
norme imposte dal Regolamento comunitario che riguarda la registrazione,
la valutazione e l’autorizzazione delle sostanze chimiche e nato, appunto,
allo scopo di proteggere il benessere di chi indossa le calzature – segnala Enrico
Paniccià - Tuttavia il problema si pone nel momento in cui entrano in
Italia o in Europa prodotti di Paesi dove queste regole non vengono tenute
in considerazione”. (Federico Lovato)