Stefano Baldan: l'artigiano della natura

Quello che più colpisce, incontrando Stefano Baldan, è la sua personalità. Di primo acchito dà l’impressione di una persona semplice e tranquilla, dedita alla famiglia e al suo lavoro nel campo dell’edilizia ma poi, conoscendolo più in profondità, si scopre che possiede una dote artistica davvero rara e invidiabile, anche perché in stretto contatto con la natura. Ma iniziamo dall’inizio la sua storia. “Sono nato quarantotto anni fa a Campolongo Maggiore – racconta Stefano – dove tuttora risiedo. Fin da bambino ho subìto il fascino dell’ambiente vallivo, seguendo i miei parenti che si recavano a caccia nella laguna: la zona palustre a due passi dalla nostra casa che offre dimora e riparo a moltissime specie di animali e caratterizzata da risacche, piccole insenature, laghi e laghetti racchiusi da argini di torba. La mia attività artigianale è nata quasi per caso, per una scommessa con un amico e, soprattutto, con me stesso. Durante una giornata trascorsa in valle, mi venne fatta una bonaria provocazione su dei richiami in legno per la caccia: provocazione che io presi in parola. E da quel momento decisi che il mestiere dei miei sogni sarebbe stato quello di creare animali in legno, perfetti come li ha voluti madre natura. Confidando su una buona predisposizione per il disegno, cominciai ad abbozzare i primi schizzi preparatori osservando gli animali dal vero, e documentandomi nei libri con puntiglio e determinazione. Volevo, infatti, essere a perfetta conoscenza di tutte le caratteristiche anatomiche che distinguono un volatile dall’altro, per riportare poi i particolari nel legno e nel sughero usati per le mie realizzazioni. Terminata la fase di studio, cominciai a cimentarmi nella realizzazione di ‘stampi’ per i cacciatori: e cioè le sagome di legno per attirare gli uccelli migratori che sostano nelle nostre valli. I risultati erano eccellenti dal punto di vista della forma, ma ciò non mi bastava, volevo che le mie esecuzioni fossero perfette anche nell’imitazione dei colori del piumaggio. Fortuna volle che un giorno mi imbattessi su alcuni quadri di un artista particolarmente geniale. Si trattava di soggetti ispirati alla selvaggina e all’ambiente vallivo. Fin da subito capii che quel pittore non dipingeva a caso, anzi, era un ottimo conoscitore dell’ambiente e degli animali che rappresentava. Mi detti da fare per conoscerlo e appena questo fu possibile, la nostra vita professionale si unì. Da quel momento lavoriamo in simbiosi: io creo le sagome in legno e Riccardo Rocca le dipinge”. Animali molto simili al vero, dunque, tanto che – continua ancora Stefano – “in più di un’occasione, durante le fiere, qualche persona si avvicina e mi dice: Che pena mi fanno tutti questi animali imbalsamati. E quando li invito a toccarli per rendersi conto che sono di legno, rimangono sbalorditi”. Ma la notorietà di Stefano Baldan non è racchiusa soltanto nella stretta cerchia di pochi conoscitori, anzi. “Un giorno di qualche anno fa – egli ricorda – sentii il campanello di casa suonare di buon mattino e, nel recarmi al cancello, mi accorsi che non era uno dei soliti clienti. Si trattava infatti di Roberto Baggio, il campione di calcio che tanto ammiravo. Egli entrò in casa e rimase meravigliato dalla mia produzione. Dopo aver guardato le mie opere con attenzione mi disse: Saresti in grado di riprodurmi alcuni tipi di volatili? E alla mia risposta positiva mi scrisse i nomi degli uccelli insieme al giorno dell’appuntamento per il ritiro, che concordammo per la settimana successiva. Mia moglie mi guardò sbigottita e disse: Come farai? Questi animali non li hai mai fatti. Non mi persi d’animo e cominciai subito a darmi da fare. Ricercai tutte le foto e le notizie possibili sugli uccelli richiesti, tanto che Baggio al ritorno rimase pienamente soddisfatto. Da quel momento le nostre vite si incrociarono, e oggi posso annoverarlo tra i miei amici più cari”. Ad ogni buon conto, all’atelier di Stefano Baldan non si rivolgono soltanto appassionati di caccia, ma anche studiosi, professori universitari, collezionisti e musei. “Per il Parco Naturale dei Colli Euganei ho realizzato perfino dei pesci - egli spiega divertito”. E ci mostra i prototipi di una Tinca e di un pesce gatto che sembrano, davvero, appena “pescati” nelle acque del non lontano fiume Nuovissimo. Dalle scaffalature ricolme di pezzi fanno capolino decine di campioni delle varie specie di trampolieri, palmipedi, passeriformi e rapaci nelle pose più varie così da rendere ancora più reali le realizzazioni che fanno la gioia dei visitatori, e tra loro non è raro incontrare personaggi del mondo dello sport, dell’imprenditoria e dello spettacolo. E, anche tra i collezionisti, ci sono volti noti che frequentano casa Baldan. Tra i tanti Stefano ne ricorda uno di poche parole, ma particolarmente entusiasmato: l’attore Giuliano Gemma. Al termine della nostra intervista una domanda ci sembra d’obbligo: chiediamo a Stefano Baldan quale realizzazione lo ha reso fino ad oggi in assoluto più felice. Un attimo di esitazione, che forse vorrebbe indurlo a dire “tutte”. Ma poi la sua risposta è una di quelle che, senza dubbio, non hanno bisogno di alcun commento: “Sicuramente – egli ci dice con orgoglio - le quattro colombe bianche con l’ulivo sul becco che ho consegnato personalmente a Carol Wojtyla; l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II”. (Diego Mazzetto)
P.I. 03751060280
Design and Power by essepunto