Franco Ballin: i miei due mandati di presidenza Acrib
Con Franco Ballin siamo giunti al sesto
Presidente ACRiB: la storia di una passione
per la calzatura che, come tanti altri
protagonisti, trae le sue origini da una
tradizione radicata nel territorio.
“Sono nato a Fiesso d’Artico il 12 luglio
1946 – egli racconta. Terminate le scuole
dell’obbligo ho iniziato giovanissimo a
lavorare come aiuto modellista presso il
calzaturificio di mio cognato e, nel frattempo,
studiavo presso la scuola modellisti
di Strà, ora Politecnico Calzaturiero.
Ho iniziato l’attività imprenditoriale nel
1975. Mi occupavo del prodotto, dalla A
alla Z, dalla creazione alla vendita. Ricordo
ancora il lancio della prima collezione,
fatta di scarpe destrutturate, con il marchio
Sirenella, e l’emozione del primo
ordinativo, fattomi da un grosso gruppo
americano. Erano gli anni pionieristici
della nascita del moderno distretto
calzaturiero della Riviera del Brenta,
dell’apertura di numerose attività artigianali
ed industriali, gli anni in cui si
caricava il campionario in macchina e si
partiva con destinazione Germania, per
visitare i clienti e partecipare alla G.D.S.
nella lontana Dusseldorf. Magari senza
conoscere la lingua! A questo proposito
ricordo che la prima frase che ho imparato
in tedesco è stata ‘viel zu teuer!’,
ovvero ‘troppo caro’, frase con la quale
i clienti tedeschi replicavano quando si
comunicava loro il prezzo di un articolo.
Tempo ne è passato tanto, ma è innegabile
che questa frase sia ancora oggi di
grande attualità!
Altri momenti interessanti e di grande
soddisfazione nella mia carriera imprenditoriale
sono state le collaborazioni
con i tanti stilisti di calzature e dell’abbigliamento
con i quali ho collaborato
nel corso degli anni, Collaborazioni
che, grazie all’assoluta eccellenza del reparto
modelleria da me guidato, si sono
intensificate nel corso degli anni e che
hanno portato calzature uomo e donna
sviluppate nella mia fabbrica, a sfilare nel
corso delle settimane della moda di New
York, Milano, Londra, Parigi e Beijing,
per conto delle griffe più prestigiose. Ad
un certo punto, questo percorso professionale
mi ha portato alla presidenza
dell’ACRiB. Devo ammettere che sono
state molte le reticenze iniziali, dovute
principalmente alla preoccupazione di
assumere per la prima volta un incarico
pubblico così importante, non essendomi
mai misurato in esperienze precedenti.
Ma l’insistenza e la stima di amici
e colleghi mi portarono ad accettare con
entusiasmo la sfida, e pensando oggi a
quell’esperienza, penso di aver svolto un
buon lavoro, soprattutto formando una
squadra di imprenditori a sostegno delle
mie iniziative, delegando loro compiti
importanti. Compiti che hanno portato
nel corso del mandato settennale a dei
risultati concreti a supporto delle ditte della Riviera del Brenta. In particolar
modo, penso agli accordi con l’Inail sulla
prevenzione, salute e sicurezza nei luoghi
di lavoro che ci ha portato ad essere
il primo distretto italiano ad avere quasi
azzerato il numero degli infortuni; con
il Cisas (Centro Interdipartimentale di
Studi e Attività Spaziali, con forte ricaduta
di tecnologia utilizzata nelle missioni
spaziali); con l’APT di Venezia (per
promuovere in forma integrata turismo
e calzatura); con il settore occhialeria
(promozione in comune sui principali
mercati). E ancora con il Ministero per
lo Sviluppo Economico e le regioni Puglia
e Calabria (attraverso azioni comuni
nella formazione del personale e delle
promozioni all’estero); con le organizzazioni
sindacali (accordi soprattutto incentrati
sul marchio sociale, sulla conciliazione
dei tempi di lavoro, con i tempi
di vista e sulla costituzione della consulta
distrettuale). E non va poi dimenticato il
contributo dato alla scrittura della legge
regionale sui distretti, l’apertura dello
show room a Beeijing, e i proficui rapporti
con l’ICE, la Regione Veneto, e le
Camere di Commercio.
Inoltre, in questi anni, abbiamo esportato
la storia e la cultura del distretto calzaturiero
della Riviera del Brenta in tutto
il mondo, organizzando mostre tra cui ‘I
Mestieri della Moda a Venezia’ e ‘Piccoli
Passi’ proseguendo con lo spettacolo teatrale
‘Riflessi Veneziani’ portato a San
Pietroburgo, Beijing, Parigi, Osaka, Amsterdam,
Oslo, Dusseldorf, Varsavia, Mosca,
Shanghai ecc. Ma non solo su questi
fronti è stato portato avanti l’impegno:
abbiamo dato un forte impulso alle attività
di Diplomazia Commerciale, ospitando
ogni anno svariate decine di delegazioni
di operatori e giornalisti da tutto
il mondo. Consci poi dell’importanza
della continuità professionale del settore,
abbiamo contribuito con tutti i colleghi
a favorire la nascita del Politecnico Calzaturiero,
aprendoci al sistema economico
ed associativo regionale; così come ci
siamo impegnati al rilancio di Scarpetta
d’Oro. E i nostri sforzi, lo ammetto con
una punta d’orgoglio, sono stati anche
premiati, con il riconoscimento di
Impresa e Cultura 2007 ed il Sodalitas
Social Award”. Un lavoro importante,
dunque, che ha portato Franco Ballin
a prolungare il mandato alla presidenza
dell’ACRiB. “Ricordo che i colleghi mi
chiesero di proseguire il lavoro intrapreso,
essendo tutti d’accordo sul fatto che
il settore era a metà del guado e che si
rendeva necessario un grande lavoro di
squadra per traghettare le aziende fuori
dalla crisi. E fu così che, per la prima volta
nella storia dell’ACRiB, venne indetta
un’assemblea straordinaria con il notaio
per modificare alcune prescrizioni statutarie.
Ho vissuto quei mesi con una certa
apprensione, combattuto tra la decisione
di proseguire o lasciare l’incarico a un
altro collega. Magari dal di fuori non
sembra, ma la presidenza ACRiB, per
come io l’ho vissuta, è stata totalizzante
sotto il profilo dell’impegno. Alla fine
le amichevoli insistenze del direttivo mi hanno convinto ad accettare e, in tutta
sincerità, non mi sono pentito della scelta”.
Ma non poteva certo terminare qui
l’impegno associativo di Franco Ballin,
e così è sembrata per tutti naturale la sua
nomina a vicepresidente ANCI avvenuta
nel 2007 al termine del suo mandato
ai vertici dell’ACRiB.
“Penso che la vicepresidenza ANCI
– continua Franco Ballin - mi sia stata
offerta grazie ai risultati ottenuti come
Presidente ACRiB, ed alla visibilità derivata
in sede associativa. Certamente non
è facile assumere un ruolo così importante
ed interpretarlo ‘super partes’, facendo
programmi a medio termine pensati per
il bene di tutti gli associati e rivolti ad aiutare
le imprese calzaturiere a penetrare in
nuovi mercati. Nella consapevolezza di
dover fare i conti con una concorrenza
che non sempre gioca ad armi pari (vedi
i problemi legati all’anti-dumping, alla
difesa dei marchi e alla concorrenza sleale),
senza dimenticare la difesa del Made
in Italy. Su tutti questi temi ho cercato di
dare il meglio portando avanti in prima
persona una politica fieristica e un personale
impegno associativo per lo sviluppo
dei mercati asiatici, con particolare riguardo
alla Cina, vista come opportunità
commerciale e non come concorrente.
Qualche anno fa (ma per certi aspetti anche
oggi), si guardava alla Cina come ad
un ‘nemico’ sul piano commerciale. Io, al
contrario, ho sempre considerato invece
la Cina come una grande opportunità di
crescita e di sviluppo, sia sul piano commerciale
che del partenariato produttivo.
Certo, ho anche sostenuto l’esigenza di
comportamenti chiari e trasparenti sui
mercati e di rispetto delle regole. Perciò:
no a misure anti-dumping e sì all’etichettatura
d’origine obbligatoria.
Vorrei inoltre ricordare che, dal 1998,
sono entrato in un’azienda, la BZ Moda,
che ha fatto della delocalizzazione, oltre
che una necessità imposta dal mercato,
un suo punto di forza, una valenza strategica
per mantenere ed anzi sviluppare
il proprio mercato nel mondo.
Da parte mia, per quanto riguarda la mia
azienda, ho puntato invece sull’innovazione,
come strumento per sviluppare
nuove fasce di mercato, coniugando la
ricerca e sperimentazione allo stile ed alla
qualità propri della Riviera del Brenta.
Nasce in questa ottica il progetto IDEAFoot,
progetto per lo sviluppo di una
cella per la produzione automatizzata
delle calzature: un progetto di respiro
internazionale, finanziato dalla Comunità
Europea che vede coinvolti partners
di quattro paesi e quattro organismi
di ricerca, incluso il nostro Politecnico
Calzaturiero, finalizzato ad aumentare la
competitività delle aziende, grazie all’ottimizzazione
dei processi, offrendo ai
clienti un valore aggiunto fatto di qualità
e servizi.
Valore aggiunto che ritroviamo nella nostra
nuova proposta al mercato: una linea
di calzature eco-sostenibile, chiamata
TUOGGI, dove alle caratteristiche peculiari
delle scarpe prodotte nel mio calzaturificio
si aggiunge, appunto, la particolarità
dell’uso di prodotti certificati
eco sostenibili, per quanto riguarda tutti i
componenti e tutte le fasi di lavorazione,
avendo ridotto al minimo anche l’uso di
colle ad acqua, e puntando su una lavorazione
che permette di avere un prodotto
di estremo comfort e, soprattutto, sano
per i piedi di chi lo indossa, con una linea
sia da uomo che da donna.
In sintesi puntiamo sul valore dell’innovazione,
la partnership con altre realtà
industriali (e non), per creare dei prodotti ad alto valore aggiunto, che non temano
la concorrenza di altri paesi proiettati
solo sul prezzo”.
Innovazione, ricerca, produzione e commercializzazione
globalizzate. Ma per
Franco Ballin, quali saranno gli scenari
futuri con i quali la Riviera del Brenta
dovrà misurarsi?
“Per quanto riguarda il presente ed il
futuro della calzatura della Riviera del
Brenta, il punto nodale passa attraverso
il riconoscimento dell’unicità dei calzaturifici,
del loro livello qualitativo, della
creatività dei fabbricanti, della loro esperienza,
mantenendo la competitività sui
mercati con il ricorso ad un minimo di
delocalizzazione, costretti in questo dal
rispetto di fasce di prezzo in mercati
molto concorrenziali, come detto in precedenza.
In questo senso, anche l’arrivo in Riviera
di manodopera cinese, l’apertura di unità
di taglio ed orlatura da parte di costoro,
ha contribuito a colmare il vuoto causato
dalla carenza di manodopera specializzata.
E’ però importante, e come ACRiB
ci siamo sempre battuti in tal senso, che
ci sia un pieno rispetto delle leggi da parte
di tutti, siano essi italiani o stranieri.
Se così non dovesse essere, rischieremmo
di piombare indietro di molti decenni,
alterando le regole della competizione
tra di noi. La speranza è che da parte
del consumatore ci sia la riscoperta della
qualità di un prodotto Made in Italy, che
il mercato si riorganizzi e che, accanto ai
prodotti di marca, di lusso, si torni a dare
importanza a prodotti che rientrano in
quella fascia chiamata di ‘lusso accessibile’:
fascia alla quale i calzaturieri della Riviera
del Brenta appartengono, fin dalle
origini.
Segnali in questo senso ci stanno arrivando
da un mercato storicamente affezionato
alle calzature italiane di qualità,
quello giapponese, favorito anche da un
rapporto di cambio con l’euro favorevole
a quella nazione. E mi aspetto anche
un ritorno da parte della clientela americana
di alto livello”. Fin qui tanti progetti
realizzati o portati a buon punto. Tra i
tanti, ce n’è qualcuno che non ha trovato
il giusto spazio?
“Da parte mia – sottolinea Ballin - c’è un
po’ di amarezza nel vedere un progetto
importante, come quello della Città della
Moda, che non riesce a decollare. In
ACRiB iniziammo a parlarne nel lontano
1996. Oggi quel settore calzaturiero,
ed una parte di quei bisogni, non esistono
più. Eppure per la Riviera si tratta di
un’occasione di crescita e di sviluppo ma
anche di ulteriore qualificazione della
nostra immagine. Non sta a me dare giudizi
politico-amministrativi. Prendo atto
soltanto che, ancora una volta, il partito
del no prevale, a scapito di un’intera collettività”.
E gli imprenditori della Riviera del domani?
Come avverrà il tanto discusso
ricambio generazionale?
“Per quanto riguarda il ricambio generazionale
nei calzaturifici della Riviera del
Brenta – conclude Franco Ballin - si tratta
di un problema che tocca un po’ tutte
le aziende. E’ innegabile che la nostra
generazione di imprenditori ha difficoltà,
per motivi legati al proprio cammino
imprenditoriale, per motivi anagrafici
(non siamo poi così vecchi da pensare
ad un pensionamento) e per motivi legati
alle dimensioni aziendali, a lasciare
il campo e lo spazio alle nuove generazioni.
Non va dimenticata la struttura
della maggior parte delle aziende della
Riviera, è difficile ritagliare un ruolo manageriale
per un figlio che magari abbia
conseguito una laurea, in aziende dove il
titolare è ancora abituato a ricoprire più
ruoli e si riserva l’ultima parola su tutto,
o dove la ditta ha dimensioni artigianali.
Sicuramente però, l’avvento di nuove
forme di comunicazione e gestione
aziendale (l’innovazione tecnologica,
un marketing in mercati internazionali
sempre più competitivo), e dei mercati
internazionali - acquisiti o da conquistare - permetteranno ai giovani imprenditori che ne avranno le capacità e la voglia, di emergere e guidare le aziende verso nuovi traguardi e nuovi successi, affiancando la mia generazione e sostituendosi
gradualmente ad essa.
Personalmente io penso di avere ancora
molte cose da fare, molti progetti da sviluppare e nuove sfide con cui misurarmi:
creando - come all’inizio della mia storia
- nuovi modelli di calzature che possano
‘camminare’ al passo con i tempi”. (Diego Mazzetto)