Mozambico, un Paese che non conosce crisi
Il Mozambico, come molti altri Paesi africani, ha conosciuto per anni le devastazioni della guerra civile scoppiata dopo l’indipendenza. Dalla sua fine, avvenuta quasi venti anni fa (nel 1992) il Mozambico ha però sperimentato un lungo e quasi ininterrotto periodo di forte crescita economica: la cessazione delle ostilità e la conseguente pacificazione del Paese sono diventati determinanti per consentire lo sviluppo costante dell’economia, creando le condizioni per una duratura stabilità macro-economica, favorita anche dal processo di deregolamentazione e di privatizzazione messo in atto dalle Autorità e dall’attuazione di riforme di mercato che hanno consentito al Paese di creare un ambiente adatto ad attirare e ad accogliere gli investimenti diretti esteri.
Parlando di stabilità macro-economica non si può non parlare del Pil, quindi diamo uno sguardo al suo andamento storico: tra il 1996 e il 2008, il tasso di crescita medio annuo dell’economia del Mozambico è stato dell’8% circa (uno dei più elevati del continente africano), con picchi positivi tra il 9,2% e il 12,3% nel triennio 2000-2002.
Negli ultimi 10 anni l’economia è stata sostenuta soprattutto da alcuni settori, e in particolare dall’agricoltura, dai trasporti, dal manifatturiero, dal turismo e dal settore bancario. La struttura economica del Mozambico è abbastanza diversificata rispetto agli altri Paesi della stessa area geografica, con i settori che contribuiscono maggiormente all’economia identificabili nell’agricoltura, che rappresenta circa il 25% del Pil (impiegando circa l’80% della forza lavoro), nella pesca, nel turismo, nei trasporti, nell’energia e nel manifatturiero
Come già accennato, un ruolo determinante per lo sviluppo è stato giocato dai consistenti afflussi di aiuti e capitali provenienti dall’estero e da una serie di investimenti industriali in settori ad elevata intensità di capitale. I dati sulla crescita non devono però far pensare che il Mozambico sia un Paese con un’economia molto forte e appena inferiore a quella dei Paesi più industrializzati: il Mozambico resta infatti uno fra i Paesi più poveri del mondo, nonostante gli enormi progressi compiuti e anche se sta progressivamente migliorando i propri indicatori di sviluppo in termini di raggiungimento dei Millennium Development Goals, ovvero degli obiettivi che tutti i 191 stati membri dell'ONU si sono impegnati a raggiungere per l'anno 2015. Tra questi figurano sia obiettivi riguardanti la povertà, la fame, la parità tra sessi, l’educazione e le malattie come l’AIDS, ma anche traguardi più economici come sviluppare un sistema commerciale e finanziario fondato su regole precise e non discriminatorie, e garantire la sostenibilità ambientale integrando i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi di governo e riducendo il processo di annullamento della biodiversità.
Nel 2009 (ultimi dati disponibili), l’economia del Mozambico ha resistito bene alla crisi economica internazionale, grazie soprattutto ai solidi fondamentali macro-economici che hanno permesso di adottare politiche fiscali e monetarie espansive. La crescita del Pil reale si è attestata al 6,3%, e le previsioni per il 2010 e il 2011 (fonte World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale datato aprile 2010) stimano il Pil in rialzo rispettivamente del 6,5% e del 7,5%.
L’ottima performance del Pil nel 2009 ha avuto origine soprattutto nel settore primario, con i comparti agricolo e minerario in evidenza. Più sensibile alla crisi è stato invece il settore dei servizi, messo in difficoltà soprattutto dalla netta flessione del commercio mondiale che ha danneggiato le telecomunicazioni e i trasporti, molto importanti nell’economia del Mozambico, che sfrutta l’ottima posizione geografica, poiché attraverso il Mozambico transitano infatti le merci da e per i mercati confinanti, privi di sbocco al mare. Il settore turistico ha ovviamente risentito in maniera significativa della contrazione dei volumi di traffico turistico associata alla flessione della domanda mondiale. L’attività nel settore manifatturiero ha subito infine una fase di crescita negativa, ma già nella seconda metà del 2009 ha mostrato una consistente accelerazione.
La domanda interna ha sperimentato nel 2009 un rallentamento che ha coinvolto sia i consumi privati che gli investimenti. Per questo e grazie alla forte riduzione dei prezzi internazionali delle materie prime associata alla buona stagione agricola, la dinamica dei prezzi al consumo nel 2009 ha mostrato una netta frenata rispetto al 2008, attestandosi al 3,3%.
L’allentamento delle pressioni inflazionistiche ha consentito alla Banca del Mozambico di abbassare per due volte nell’ultimo anno i tassi di interesse portandoli dal 15% all’11% (a luglio 2009). Nello stesso periodo il prime rate praticato dalle banche commerciali è passato dal 17,3% di gennaio al 15,9% di giugno. Infine nel corso del 2009, la Banca del Mozambico ha allentato il proprio controllo sul tasso di cambio, consentendo un suo notevole deprezzamento rispetto alle principali valute internazionali. Nel breve periodo comunque la politica economica continuerà ad essere influenzata dagli accordi di sostegno e sviluppo presi con il Fondo Monetario Internazionale, che prevedono il consolidamento della stabilità macro-economica, l’attuazione di una seconda generazione di riforme strutturali e la continuazione delle politiche di riduzione della povertà.
Infine sul fronte del commercio estero, il Mozambico presenta un volume di importazioni quasi doppio rispetto alle esportazioni. Tra i principali Paesi clienti del Mozambico figurano nell’ordine Belgio (14%), Italia (10,4%), Sud Africa (10,2%) e Spagna (9,2%), mentre i principali fornitori sono il Sud Africa (25,4%), l’Australia(7,5%), la Cina (6,7%) e gli Stati Uniti (5,9%).
Il saldo commerciale tra Italia e Mozambico è stato negativo dal 2001 e si è ampliato sempre di più soprattutto a causa della forte crescita di importazioni di alluminio da parte dell’Italia: secondo i dati ISTAT, dopo aver raggiunto il livello massimo di circa 395 milioni di euro nel 2007, il disavanzo italiano è diminuito a 237 milioni di euro nel 2008, e nel 2009 si è praticamente dimezzato, attestandosi a circa 122 milioni di euro. Questo ottimo risultato si è verificato grazie al fortissimo incremento dalle esportazioni delle imprese italiane (+63%), arrivate al massimo storico con circa 39 milioni di euro, e alla contestuale forte flessione delle importazioni (-38%). Tra i principali prodotti esportati dall’Italia in Mozambico nel 2009 figurano le macchine per impieghi speciali e quelle di impiego generale, gli autoveicoli e i prodotti tessili; i principali prodotti importati dall’Italia figurano invece i metalli preziosi e i metalli non ferrosi, i combustibili nucleari, le pietre, la sabbia e l’argilla. (Maurizio De Pra)