Non ci restano che i saldi

L’estate è tempo di ferie, ma anche di saldi. E a questi si affidano molti commercianti per svuotare i magazzini di abbigliamento e calzature. Dopo una stagione segnata ancora da crisi e difficoltà economiche ecco l’occasione per i clienti di risparmiare un po’ di soldi, per un mercato stimato in circa 4,2 miliardi di euro, pari al 12% del fatturato totale annuo di abbigliamento e calzature. Secondo l’ufficio studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media poco più di 282 euro. “Le vendite estive hanno subito gli effetti negativi di una difficile situazione meteorologica che ha caratterizzato tutta la stagione con freddo e piogge”, spiega Renato Borghi, vicepresidente di Confcommercio e presidente di Federmoda Italia. “Speriamo che il comparto abbigliamento, accessori e calzature realizzi un parziale recupero con le vendite in saldo, tenuto conto anche delle buone previsioni riguardanti l’afflusso turistico”, ha aggiunto. Intanto la Cgia di Mestre dà i numeri della pressione fiscale in Italia, che continua a salire. I dati Istat dimostrano come nel 2009 sia cresciuta la spesa pubblica e le tasse. “La pressione fiscale sui contribuenti italiani, secondo i dati presentati dall’Istat, è pari al 43,2%. In verità quella reale sfiora il 52% del Pil”, ha spiegato il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi. In buona sostanza il nostro Pil nazionale (che nel 2009 è stato pari a oltre 1.520 miliardi di euro) include anche la cifra imputabile all’economia sommersa, stimata annualmente dall’Istat attorno ai 250 miliardi di euro. Pertanto, se “storniamo” dalla ricchezza prodotta la quota addebitabile al sommerso economico il Pil diminuisce (quindi si “contrae” anche il denominatore) e, pertanto, aumenta il risultato che emerge dal rapporto. Ovvero, la pressione fiscale. (Federico Lovato)
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