Oltre la crisi


I dati purtroppo non lasciano spazio ai commenti: la crisi economica iniziata nel 2008 continuerà a farsi sentire anche nel 2009. E nessuno ha il coraggio di fare previsioni per il 2010. L’andamento del settore calzaturiero non può che risentire del clima macroeconomico fortemente penalizzante. Il problema aggiuntivo per il settore è che questa crisi si innesta su un periodo non breve di sofferenza congiunturale, che le aziende hanno dovuto gestire con pesanti sacrifici negli anni recenti. I risultati dell’indagine condotta da Anci evidenziano come la produzione calzaturiera nei primi 9 mesi del 2008 si sia ridotta in misura significativa in quantità (-6,1%). In otto mesi abbiamo visto ridurre inoltre l'export a 163,9 milioni di paia (-14,6 milioni rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente). Per quanto concerne volumi prodotti e fatturato a consuntivo annuale, le attese sono purtroppo improntate a un ulteriore peggioramento. Ombre, come comprensibile, anche sul primo semestre 2009, in merito al quale il 60% degli intervistati prevede ancora una riduzione dei livelli produttivi e degli ordini, il 32% una situazione stazionaria e solo l’8% un aumento. Per fortuna in Riviera del Brenta i numeri sono altri: nel 2008 c'è stato un “piccolo” aumento (pari al 2,42%) delle ore di Cassa Integrazione Guadagni (Cig), ma con una diminuzione di addetti coinvolti nella Cig del 6,40% e di aziende del 15,38%. C'è anche da sottolineare che il confronto è avvenuto con il 2007, cioè il miglior anno degli ultimi venticinque e per come il dato appare, si evidenziano delle lievi difficoltà circoscritte a poche aziende. Gli addetti interessati alla Cig nel 2007 sono stati 469, sono invece 439 nel 2008 con una diminuzione del 6,40%. Intanto sul 2009 si fanno alcune previsioni sul versante della domanda. Secondo ricerche di mercato si dovrebbe registrare una flessione delle vendite di oltre il 20% per le scarpe di lusso. Per fortuna i calzaturieri della Riviera del Brenta sono guidati da un presidente che ha chiaro in mente cosa fare. Giuseppe Baiardo ha dichiarato in esclusiva al nostro giornale la ricetta giusta per affrontare la crisi, che si riassume in una parola, ripetuta tre volte: “Investire, investire, investire”. Quanto, se non di più, di quello che è stato fatto fino ad oggi. Se qualcuno finora ha raccolto molto seminando poco, ora è il momento di investire. Ora o mai più. (federico lovato)
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