Polemiche e riflessioni sulla moda che verra'
Settimana della moda bagnata, settimana
della moda fortunata. E' il detto
più rappresentativo di questa fashion
week maschile che tra polemiche, interrogativi e tanta pioggia, si e' conclusa
nel migliore dei modi lasciando
pero', nella mente degli addetti ai lavori
e non, qualche perplessita'.
Vere e proprie tendenze non se ne
sono viste: gli stilisti hanno proposto
un po' di tutto, magari con capi accomunati
dallo stesso fil rouge d'ispirazione,
ma senza veri e propri trend
rappresentativi per l'uomo che verra'.
Netta differenza tra le prime passerelle
che gridavano all'equilibrio e
alla sobrieta', puntando sulla qualita'
dei tessuti e il taglio dei capi più che
sull'apparenza e la stravaganza, perfettamente in linea quindi con un periodo storico-economico un po' particolare dove lo spettro della cosiddetta crisi viene vista piu' reale che mai; in
pieno contrasto se così si puo' dire con
quelle a meta' settimana in cui invece
si è puntato sul lusso e lo sfarzo, non
per andare in controtendenza rispetto
al momento, ma per dare un segno di
ottimismo e positivita' verso un cambiamento
totale e di superamento, si
spera, al piu' presto in arrivo.
Secondo la stampa italiana in passerella
ha sfilato un uomo "duro", "macho",
"rock", "romantico", e ovviamente
"dandy", termine ormai d'ordinanza
per esprimere un po' tutto e niente…
trasformatosi in definizione passe portout.
Ma a proposito di definizioni,
sono proprio necessarie queste macro-
definizioni dettate dai quotidiani
solo per classificare il tipo di uomo in
questo caso, ma anche moda che andrà ?
Si puo' davvero definire il lavoro
consumato per la nascita di un’intera
collezione in 2-3 termini? A mio parere
è molto e forse troppo riduttivo,
sminuisce un lavoro davvero grande
alle spalle e sicuramente essendo scelti
dalle giornaliste o per loro inventiva
o sbirciate dalle cartelle stampa
della sfilata o ancora sentite qua e la'
da qualche dichiarazione degli stilisti,
non rispecchiano comunque in toto
cio' che davvero ha sfilato sulla passerella.
Anche perché come si puo' definire
la stessa sfilata con ben 5 termini
diversi? Aggettivi dal significato completamente
opposto riuniti in vari
capi d'abbigliamento di un un’unica
collezione? A detta di molti del settore
una condizione non molto realistica…
ma a pensarci bene... spesso
nella moda di realistico cosa c'e'? Non
sarà mica come ha dichiarato Franca
Sozzani, direttrice di Vogue Italia, che
"Esistono solo quattro tipi di uomo:
elegante, formale, sportivo e casual. Al
di la di questi non si può andare...la
moda maschile e' un mondo ben diverso
da quella femminile, un mondo a se e in un certo senso più limitato". Certe espressioni della stampa
sono solo giri di parole e nulla di piu';
che gli stili degli stilisti sono diversi si
ma che piu' di tanto da certi schemi
non si può uscire. Mentre farlo nella
moda femminile, e' possibile ed e' di
gran lunga molto piu' facile.
Stagione che passa, trend che si trova.
E se sulle passerelle incalzano outfit
stravaganti e abbinamenti innovativi,
per strada l’uomo... rimane sempre
uguale!!!! Eh gia' perche' se non ve ne
foste accorti il modo di vestire dell'uomo
che si vede in giro per le città non
cambia mai. Pare incredibile ma le
mise sono e rimangono sempre le stesse.
Ciò dipendera' forse dal fatto che
la passerella dura il tempo di qualche
scatto... a differenza delle infinite ore
di tutti i giorni che si trascorrono nella
quotidianita' del lavoro o del tempo
libero che durano invece tutta una
vita. Colpa forse di una moda che non
bada molto agli agenti atmosferici:
"Per la moda - ha dichiarato Roberto
Cavalli, stilista dell'omonima griffe -
la pioggia non esiste, c'e' sempre il sole!", o di un uomo che non ama mettersi
molto in gioco o non si diverte a giocare
con il proprio armadio o ancora
non vuole osare per paura di sbagliare... O forse un uomo che a differenza
di una donna per natura fashion addicted
e a volte anche fashion victim, lascia
le stravaganze e la creatività alla moda
e al suo mondo, rimanendo bene piantato
nella propria realta', davvero troppo
lontana da tutto cio'. (erica trincanato)