Quando le imprese diventano museo
In occasione della 7a edizione della Settimana della cultura d’Impresa, promossa dalla Confindustria dal 14 al 23 novembre 2008, Museimpresa ha organizzato un articolato calendario di eventi per leggere, attraverso il patrimonio culturale delle imprese, la storia del nostro Paese. Una serie di iniziative distribuite sull’intero territorio nazionale – rassegne cinematografiche, workshop, laboratori creativi, visite guidate, convegni e dibattiti – che sottolineano l’impegno delle imprese per valorizzare saperi e competenze conservati all’interno dei propri archivi e Musei. Nell’incontro avvenuto mercoledì 19 novembre nella storica villa Foscarini Rossi di Stra, sede del Museo Rossimoda, si sono dati appuntamento alcuni imprenditori le cui creazioni sono diventate, oggi, da collezione. La serata, che ha visto un pubblico numeroso e molto attento, è iniziata con l’intervento di Raimonda Riccini, Direttrice del corso di laurea specialistica in disegno industriale del prodotto dell’Università Iuav di Venezia, a cui si sono succedute Aurora di Mauro, Responsabile dell’Ufficio Musei Direzione Beni Culturali della Regione Veneto e Francesca Appiani, Curatrice dell’Archivio-Museo Alessi e Vice Presidente Museimpresa. Tre relatori d’eccezione si sono avvicendati nel raccontare la propria “Impresa da Museo”: Luigino Rossi, Vittorio Tabacchi e Silvio Antiga.
A rispondere alla prima domanda su come sia nata l’idea di creare un “Museo dell’Impresa”, proposta dalla moderatrice Fiorella Bulegato – storica del design dell’Università Iuav di Venezia - è stato invitato per primo il “padrone di casa” Luigino Rossi. Il Presidente di Rossimoda, ha subito esordito ricordando che per creare qualcosa di importante bisogna avere una grande passione accomunata all’impegno. “Nel mio caso - ha sottolineato Rossi - sono partito dall’impresa artigianale di famiglia gestita da mio padre. Poi via via l’azienda è cresciuta tenendo però presente una regola fondamentale: avere l’ambizione di migliorare; sempre. Io sono consapevole ha proseguito Rossi– di aver avuto la fortuna di possedere nel mio Dna la creatività che l’ambiente meraviglioso in cui sono cresciuto mi ha trasmesso. Basta guardare il luogo in cui ci troviamo stasera (la Foresteria di Villa Foscarini, completamente affrescata da Pietro Liberi e Domenico dè Bruni nel XVII secolo è uno dei capolavori artistici più importanti e scenografici della Riviera del Brenta N.d.R.), per renderci conto dell’amore per il bello che chi ci ha preceduto in queste terre amava circondarsi, facendo così della nostra zona un luogo straordinario. Senza dimenticare, naturalmente, la vicinanza ad una delle più belle città del mondo, Venezia, che offre in ogni angolo tesori d’arte eccezionali”.
E la testimonianza di Luigino Rossi ben si riflette sui “numeri” del “Museoimpresa” Rossimoda. Inaugurato nel 1995 nell’anniversario dei 50 anni di attività dell’azienda, il museo raccoglie un’importante selezione di modelli di calzature femminili di lusso, frutto della collaborazione con i più grandi stilisti del mondo.
Alla domanda se il “Museoimpresa” può rappresentare una risorsa per il futuro dell’azienda da cui è nato, Rossi ha risposto: “Sicuramente. Il museo creato dall’impresa può essere il punto di riferimento per il susseguirsi di una tradizione, di quello che i francesi chiamano Savoir faire: il saper fare. Tenendo presente il compito di testimoniare i saperi del territorio, di diffondere la conoscenza della tradizione calzaturiera della Riviera del Brenta che rappresenta un patrimonio importante, ieri come oggi”.
Vittorio Tabacchi, Presidente di Safìlo, alla parola “Museo” preferisce quella di Galleria, per definire la sua raccolta. “Un termine che mi permette di pensare che un oggetto possa essere toccato, esposto, che i pezzi parlino, siano vivi.” Nel raccontare il suo percorso di collezionista, Tabacchi ha confidato di aver iniziato a raccogliere fin da bambino oggetti riguardanti il mondo dell’occhialeria. E a Padova, dove la Galleria è collocata presso la Safìlo, ci sono varie sezioni e settori. “Ho cercato – ha poi precisato Tabacchi - di raccogliere tutte le testimonianze, anche le più variegate che riguardano l’occhio umano con ‘reperti’ che spaziano dal mondo della moda a quello sportivo, e perfino a quello militare. Tra gli oggetti della Galleria Guglielmo Tabacchi, desta sempre molta curiosità tra i visitatori la sezione dedicata ai personaggi famosi che raccoglie gli occhiali appartenuti a personaggi famosi come Elton John, Elvis Presley, Madonna e a tante altre personalità del mondo politico e dello spettacolo”. Anche Tabacchi si è dimostrato concorde con Rossi nel rispondere alla domanda se il “Museoimpresa” può rappresentare una risorsa per il futuro dell’azienda e ha aggiunto: “Le mode mutano, sono un continuo rincorrersi, e per questo il Museo rappresenta un importante campionario per le nuove leve, per i designer che possono trarre idee e spunti preziosi dal lavoro fatto in passato. Ed è stata proprio l’intenzione di creare un ponte tra passato e futuro che mi ha spinto, in Cadore di dare vita al Museo dell’occhiale. In quelle zone sono sorte nel tempo moltissime aziende dedicate completamente a queste attività, e così mi è sembrato utile creare una raccolta pubblica che avesse soprattutto un ruolo educativo e propedeutico nei confronti delle generazioni future”.
Molto interessante anche l’intervento di Silvio Antiga, Presidente della Tipoteca Italiana Fondazione (Tif) - Museo del carattere e della Tipografia Antiga. Egli, nel definirsi un tipografo di vecchio stampo, una “specie in via d’estinzione”, ha raccontato anni di peregrinazioni in giro per l’Italia alla ricerca di macchinari e strumenti che documentassero secoli di storia dell’attività tipografica. “Quello che sembrava un sogno – ha sottolineato Silvio Antiga - è diventato un Museo molto frequentato che documenta il significato, l’origine e la destinazione del lavoro dei progettisti italiani di caratteri tipografici, dall’800 ai giorni nostri”. Un intervento, quello di Antiga, che alla pari di Rossi e Tabacchi ha messo in evidenza la componente essenziale che accomuna i tre imprenditori veneti: la passione vera e profonda per il proprio lavoro. Prima di concludere la serata con una visita al Museo Rossimoda, Fiorella Bulegato ha dato la parola all’architetto Bortolotto che ha presentato un progetto per la creazione di un nuovo Museo dedicato all’attività di una grande vetreria veneziana: La Venini. Un altro marchio veneto che, attraverso bellezza e creatività, ha fatto e continua a fare storia nel mondo. (Diego Mazzetto)