Tacco a spillo, tra fascino e seduzione, il simbolo della moda italiana
"Ci sono molti e validi motivi per essere orgogliosi della mostra Il tacco a spillo. fascino e seduzione. C’è l’orgoglio civico di documentare come il simbolo per eccellenza della moda e del fascino femminile sia stato ideato e messo a punto a Vigevano nei primi anni Cinquanta, e l’orgoglio che circa la metà degli esemplari esposti in mostra appartiene al patrimonio del Museo Internazionale della Calzatura della nostra città". Con queste parole il sindaco di Vigevano Ambrogio Cotta Ramusino, ha posto l’accento sulla mostra che ha riscosso notevole successo nella città lombarda tanto da essere prorogata fino al 20 luglio.
"Pier Luigi Muggiati e Armando Pollini, rispettivamente responsabile e consulente artistico del Museo della Calzatura di Vigevano, hanno dato vita ad un affascinante revival – ha commentato la giornalista e consulente di moda Rachele Enriquez -, ripercorrendo in una sorta di viaggio incantato la storia di queste irresistibili calzature".
La mostra è nata da una partnership tra Comune di Vigevano e Anci (Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani) e si fregia del patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana. Una collaborazione ed un riconoscimento che conferiscono all’evento un respiro ed una importanza di rilievo, ribadita dalla presenza di modelli realizzati dai più grandi stilisti e produttori italiani e internazionali nonché da designer emergenti. Vigevano, da sempre, per tradizione è legato a doppio filo alla scarpa e alla sua storia. Fin dal lontano medioevo è infatti documentata l’arte dei calzolai in città; arte che si è affermata particolarmente nel secondo dopoguerra quando Vigevano è diventato il primo polo industriale calzaturiero italiano.
Naturale conseguenza è stata dunque la fondazione, negli anni Settanta del secolo scorso, del Museo della Calzatura, fortemente voluto dall’imprenditore Pietro Bertolini. Questo Museo, che oggi gode di una eccellente visibilità grazie alla sua collocazione all’interno del castello di Vigevano, dal 2003 ha assunto l’intitolazione "Museo Internazionale della Calzatura Pietro Bertolini". Dalla scarpa di Beatrice d’Este (certamente datata al XV secolo e ritrovata all’interno del castello di Vigevano), si passa alle calzature del XVIII e XIX secolo, fino alla produzione vigevanese e italiana del ‘900. Il Museo nel corso degli ultimi anni ha organizzato mostre ed eventi molto apprezzati. In questo programma culturale si inserisce la mostra sul tacco a spillo che offre la possibilità di ammirare molti esemplari, dai primi anni Cinquanta del Novecento ai giorni nostri, prodotti da stilisti e designer vigevanesi, italiani e stranieri, di proprietà del Museo o prestate da grandi nomi della moda. "La finalità della mostra – afferma Pier Luigi Muggiati - è duplice: storica ed estetica. Il primo obiettivo è, infatti, quello di dimostrare storicamente la nascita della scarpa femminile con tacco a spillo in Italia, e in particolare a Vigevano, nei primi anni ’50. Accanto a calzature prodotte dai grandi nomi come Ferragamo a Firenze e Dal Cò a Roma, nella prima sezione della mostra un ampio risalto è dato dai prodotti degli stilisti vigevanesi degli anni Cinquanta e Sessanta (Erco, l’Invitta, Caimar, etc.). La seconda parte della mostra, invece, è dedicata agli sviluppi e alle tendenze della moda del tacco a spillo dagli anni Novanta fino ai giorni nostri, con gli eccessi e i barocchismi tipici degli stilisti moderni ed emergenti". Ma come mai il tacco a spillo gode di tanto successo nel mondo femminile, e non solo? "Perché la scarpa con il tacco a spillo rappresenta nell’immaginario maschile il simbolo dell’erotismo e dalle donne è amata perché slancia la figura, favorisce un portamento eretto, richiede passi brevi e un po’ ondeggianti, ed indossarla le fa sentire eleganti e sensuali"– scrive Armando Pollini, consulente artistico del Museo Internazionale della Calzatura. "Nella creazione di questo immancabile accessorio Vigevano ha avuto un ruolo fondamentale. Fu alla fine degli anni Quaranta, quando Christian Dior presentò la sua innovativa collezione New Look, costituita da abiti sofisticati ed iperfemminili – prosegue Pollini – che i creatori di calzature Roger Vivier e Charles Jourdan a Parigi, Salvatore Ferragamo a Firenze, Alberto Dal Cò a Roma e Luciano Volta a Vigevano intuirono la necessità di abbandonare le linee massicce delle scarpe in voga nel dopoguerra, per orientarsi su modelli più eleganti e leggeri, che rappresentassero una netta chiusura con un recente passato che si desiderava dimenticare presto. Iniziò così a Vigevano, che in quegli anni occupava già uno spazio di rilievo nel panorama calzaturiero, una sfida tra gli imprenditori per chi avesse realizzato una scarpa con il tacco più alto e sottile ed insieme così resistente da poter essere immesso sul mercato.
Il risultato fu un tacco costituito per metà di legno e per metà di alluminio, alto tra gli 80 ed i 100 millimetri, con un sopratacco da 8 millimetri. Furono eccezionali calzaturieri vigevanesi, come Gino Aldrovandi, Clemente Bellazzi, Cesare Martinoli, Carlo Cacciola, Gildo Pomelli, Bruno Barbavara, i fratelli Pampuri e Re Marcello che, con la collaborazione del modellista bolognese Luciano Volta e dei tacchifici di Molinella (Bologna) ed Elite di Legnano, produssero e presentarono alla XVI Mostra Mercato Internazionale delle Calzature di Vigevano, nel gennaio 1953 (come documenta una foto ufficiale della manifestazione), i primi modelli delle calzature chiamate come il loro tacco. Furono le calzature con tacco a spillo ad innescare quel meccanismo virtuoso che, alla fine degli anni Cinquanta, portò le circa mille aziende presenti a Vigevano all’esportazione di milioni di paia annue ed al primo considerevole approccio al Made in Italy da parte dei mercati stranieri. Nel frattempo anche nel resto d’Italia si procedeva nella stessa direzione; a Firenze Salvatore Ferragamo conquistava le star internazionali sue clienti con creazioni innovative di straordinaria fattura, indossate da Marylin Monroe, Lana Turner e Sofia Loren, i cui modelli sono esposti alla mostra. A Roma Dal Cò ideò e costruì personalmente un tacco a spillo ed i modelli ebbero immediato successo, procurandogli clienti affezionate e celebri come Audrey Hepburn, Soraya, Ava Gardner, Gina Lollobrigida e Linda Christian.
Dopo il black-out degli anni Settanta, riaffermatasi una femminilità più compiaciuta e consapevole, il tacco a spillo è tornato alla ribalta internazionale con Andrea Pfister, Rossimoda, Casadei, Pancaldi, Bruno Magli, Caovilla, Sergio Rossi oltre a celebri marchi stranieri come Charles Jourdan. E’ però alla fine degli anni Novanta, con l’avvento di una moda estremamente sfarzosa che se ne rinnova l’altezza, arrivando ai 150 millimetri, e si enfatizza il suo ruolo di feticcio con forme più slanciate, decorazioni arricchite da ricami, materiali ricercati e pietre preziose. Per tutte queste ragioni, dunque, il tacco a spillo sta rivivendo in questi ultimi tempi un secondo momento d’oro". Nella serie televisiva americana Sex and the city il tema del tacco a spillo viene decantato dalla protagonista che non può fare a meno delle sue scarpe Manolo. E del tacco a spillo non possono fare a meno neanche grandi marchi come Armani, Ferragamo, Gucci, Prada, Miu Miu, Roger Vivier, Christian Dior, Louis Vitton, Givenchy, Emilio Pucci, Balenciaga, Christian Lacroix, e nuovi nomi come Christian Louboutin, Jimmy Choo, Giuseppe Zanotti e Cesare Paciotti. "L’attenzione perciò rimane viva – conclude Armando Pollini – su questo intramontabile oggetto del desiderio che la città di Vigevano intende celebrare con la mostra Il tacco a spillo. Fascino e seduzione, con il legittimo orgoglio di averne determinato la storia ed il successo, grazie alla creatività dei suoi imprenditori". (Diego Mazzetto)