L'Acrib delocalizza al sud
"Due passi avanti per il Made in Italy", favorendo lo scambio di cultura calzaturiera nel nostro Paese. Ha preso il via l'innovativo progetto di collaborazione tra due distretti protagonisti della calzatura italiana e internazionale, quello del Veneto e della Puglia. L'obiettivo è di aumentare la qualità e la quantità delle scarpe prodotte in Italia, incentivando e favorendo i rapporti tra due aree, come la Riviera del Brenta e l'area di Casarano-Lecce. Entrambe sono infatti custodi di una forte e radicata "cultura di prodotto" in tema di calzature. E in questo modo si mettono così in rete.
Il progetto è stato presentato a Roma, presso il ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza di Pierluigi Bersani, il presidente dell'Acrib Giuseppe Baiardo, il presidente di Confidustria di Lecce Piero Montanari, i segretari generali di settore della Cgil, Cisl e Uil. La "rete" consentirà alle imprese di condividere servizi e know how, con lo scopo di accrescere economie di scala e disponibilità di fattori strategici, commerciali, produttivi e gestionali con conseguente miglioramento della capacità competitiva. “Dobbiamo capire che il nostro Meridione non è la Cina o la Romania, non si può investire nel Sud guidati dall'illusione di abbattere i costi o di lucrare – ha dichiarato Giuseppe Baiardo, presidente dell'Acrib - Nel Mezzogiorno, in Puglia, l'Acrib ci va per innescare un ciclo virtuoso capace di creare imprenditorialità, lavoro e valore”.
Tra i benefici dell'accordo, il riposizionamento del Distretto di Casarano verso produzioni di fascia medio-fine grazie ad azioni di formazione e trasferimento tecnologico dalla Riviera del Brenta, avvalendosi a tal fine dell'esperienza del Politecnico Calzaturiero, e il mantenimento produttivo e occupazionale dell'area distrettuale della Riviera del Brenta. “È un progetto "aperto" – ha aggiunto Baiardo – al quale hanno già aderito imprenditori che non fanno riferimento alla nostra associazione. In questo mini-distretto pugliese ci sono giovani motivati e con un background culturale di livello”.
In Riviera del Brenta, negli ultimi dieci anni, si è assistito ad una ricomposizione nella distribuzione delle aziende. Anche qui si è assistito a chiusure (320 aziende, “però senza perdere un solo posto di lavoro”, ha tenuto a precisare Baiardo), ma nel corso degli anni è aumentata anche la qualità della produzione. Semmai da queste parti c’è il problema della mancanza di manodopera produttiva: sui circa 13.000 addetti, solo la metà sono effettivamente impegnati nella produzione e di questi il 35% sono extracomunitari. “Non ci sono problemi con gli specialisti – ha proseguito il numero uno dell'Acrib - a mancare sono però gli operai. I giovani qui non vogliono entrare in azienda e il rischio è vedere disperso o indebolito il patrimonio del distretto”. Un patrimonio che vale 1,7 miliardi di euro grazie soprattutto all'export (circa il 90%), prodotto da 750 aziende. L'accordo con la Regione Puglia punta anche all'attivazione di una "autostrada amministrativa" per favorire gli insediamenti produttivi, non solo dal punto di vista burocratico, oltre a veicolare finanziamenti e incentivi per gli investimenti tecnologici.
“La scelta di Acrib e di Confindustria Lecce, in collaborazione con organizzazioni sindacali nazionali e locali, di investire al Sud per sviluppare la filiera produttiva della scarpa di eccellenza prodotta nella Riviera del Brenta è una corretta e positiva pratica del fare impresa, puntando sempre sul valore aggiunto del Made in Italy, della trasparenza dei processi produttivi, della valorizzazione delle competenze esistenti al Sud, del rispetto dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente”, ha dichiarato l'assessore regionale veneto Fabio Gava.
L’iniziativa qualifica infatti la cultura d'impresa, che assume qui l'orizzonte della qualità sostenibile, del prodotto di moda "sicuro", della concorrenza leale e corretta, della tutela della creatività e produzione d'eccellenza della moda calzaturiera italiana. Viene assunto dai promotori l'impegno a realizzare opportunità di qualificazione, per l'impresa e per il lavoro, nel Mezzogiorno, così come avvenuto nel territorio Veneto, attraverso la scelta del partenariato Nord-Sud. Il progetto condiviso tra Confindustria Lecce, Acrib e organizzazioni Sindacali nazionali e locali, segna una grande novità e una eccellenza nel campo delle relazioni industriali "innovative" nel settore della moda italiano.
"Con questa iniziativa – ha proseguito l'assessore alle Politiche Economiche della Regione del Veneto, Fabio Gava – i Calzaturieri del Brenta danno una ulteriore dimostrazione della loro tradizionale capacità di pensare in grande e di agire alla ricerca di sinergie e partnership concrete e sempre più ampie. Il progetto dimostra inoltre l'importanza del ruolo economico delle piccole imprese che, come quelle della Riviera del Brenta e del leccese, si organizzano all'interno dei Distretti Produttivi e riescono a sviluppare qualità, formazione e ricerca: esattamente ciò che il Veneto si prefigge con le sue due leggi regionali sui Distretti e sulla ricerca scientifica e innovazione tecnologica". “È un accordo importante che riguarda due aree produttive di rilevanza nazionale – è il commento del segretario generale della Femca Cisl del Veneto, Alfio Calcagna - e conferma che buone e positive pratiche di concertazione possono innescare altrettanto positive azioni di sviluppo industriale”.