Il Made in Italy alla conquista della Russia

Lo si è visto a Micam ShoEvent, i compratori russi rimangono molto attivi nonostante i venti di crisi, e la conseguente prudenza, che si nota in altri mercati. E i calzaturieri italiani si sono presentati fiduciosi alla manifestazione Obuv Mir Kozhi, giunta alla 28a edizione. All’evento fieristico, che si è svolto presso il quartiere Expocentr di Mosca ed è organizzato da BolognaFiere e Anci, erano presenti 350 espositori, di cui 270 gli italiani, occupando oltre l’80% della sede espositiva. Tra i protagonisti dell’evento anche i Maestri Calzaturieri del Brenta. “La percentuale degli espositori italiani a Obuv Mir Kozhi – ha affermato il presidente di Anci Vito Artioli - è uno specchio dell’attuale situazione del mercato. Le esportazioni italiane rappresentavano nel 2006 il 13% delle importazioni di calzature in pelle o parzialmente in pelle della Russia, ma sono salite al 18% negli ultimi dati disponibili del primo semestre 2007. L’Italia è al secondo posto dopo la Cina e prima di Germania e Vietnam, ma è l’unico paese produttore di calzature di alta e medio-alta qualità. Le nostre manifestazioni fieristiche sono pertanto un momento commerciale importantissimo in cui molti espositori italiani fanno quote significative del proprio fatturato estero”. La manifestazione appare utile anche in base alla tendenza che si sta registrando sul versante della trasformazione distributiva del mercato in cui è sempre più forte la posizione dei negozi specializzati (24% delle vendite al dettaglio), dei grandi magazzini (19%) e dei centri commerciali (9%), mentre continua ad assottigliarsi la quota del dettaglio despecializzato e dei mercati ambulanti che, tuttavia, ancora oggi hanno quasi il 50% delle vendite. “La trasformazione del dettaglio - precisa il presidente Vito Artioli - sta favorendo acquisti di livello superiore non solo nella classe di popolazione più ricca, ma anche nella fascia media, quella più penalizzata dalla crisi finanziaria della fine degli anni ’90, ma che oggi sta trovando nuovi spazi di crescita economica. Esistono divergenze tra i vari esperti e istituti di ricerca russi sull’entità reale della classe media russa, che dipende significativamente dal tipo di definizione e dai relativi parametri principali adottati, ma le stime indicano che questa fascia rappresenta tra il 28% e il 34% della popolazione moscovita e tra il 22% e il 28% del totale della popolazione russa”. Obuv Mir Kozhi è stata l’occasione per presentare al mercato russo, che da tempo ha stretto un forte legame con l’Italia, il meglio del made-in-Italy per quanto riguarda i settori delle calzature, in particolare l’alta gamma, della pelletteria e degli accessori. La presenza di Anci a Obuv Mir Kozhi è stata accompagnata e rafforzata dalla campagna pubblicitaria “Perfectly made in Italy”, che sul canale tematico Fashion Tv e le principali riviste di moda del paese. “La nostra non è stata soltanto una presenza fieristica - prosegue il presidente Artioli - ma un vero e proprio piano di promozione integrato per promuovere la calzatura italiana nella fascia di mercato in cui siamo competitivi: le ricerche dimostrano che sopra gli 80 euro la produzione made-in-Italy ha un forte richiamo sul consumatore. Analisi campionarie rivelano ad esempio che oltre il 50% dei consumatori moscoviti preferiscono acquistare scarpe di importazione, cinesi nella fascia bassa e italiane nella fascia alta e medio-alta”. Le statistiche ufficiali Istat indicano che nel 2006 sono state esportate in Russia calzature per 409 milioni di euro, per un totale di 5,8 milioni di paia; nel 2007, gli ultimi dati disponibili, riferiti agli 11 mesi, indicano che la Russia è il quarto mercato cliente in valore (decimo in volume), ma il Paese con la migliore performance commerciale, con un incremento del 23,9% in quantità e del 27,3% in valore. Ma prima dell’appuntamento con Obuv Mir Kozhi, sempre in Russia, è andata in scena la prima edizione di “Shoes from Italy”, la mostra organizzata a metà marzo con 87 produttori di calzature italiani, che hanno presentato un’anteprima per la stagione autunno inverno 2008/2009, raccogliendo un buon numero di ordini e stabilendo dei contatti importanti con i buyer. L’appuntamento fieristico ha trovato particolare riscontro tra i buyer moscoviti, ma ha registrato presenze anche da altre regioni russe. Visto l’esito particolarmente positivo di “Shoes from Italy”, Anci sta già pensando ad una seconda edizione per marzo 2009. Ma non c’è solo la Russia, l’Anci lo sa bene. E infatti affianca le aziende italiane anche nei mercati cinese e tedesco. In Cina erano 23 le aziende calzaturiere che hanno partecipato a Pechino, al Beijing Fashion Week, la settimana dedicata alla moda che, con circa 30 sfilate, concorsi, forum, iniziative collaterali, rappresenta un’importante occasione per il mercato cinese per mostrare le collezioni della moda internazionale. Per Anci, la partecipazione delle aziende, che si segnalano per un livello medio-alto e alto, costituisce un momento di confronto con un mercato, quello cinese, difficile ma allo stesso tempo promettente. “Il mercato cinese si dimostra infatti sempre più attento al made-in-Italy e il consumatore cinese sempre più attratto dalla qualità che contraddistingue la calzatura italiana – commenta il presidente di Anci Vito Artioli - La nostra presenza in Cina si inserisce quindi in un più ampio piano di promozione della calzatura italiana nella fascia di mercato in cui l’Italia è competitiva, ossia l’alto di gamma”. Con una coreografica sfilata organizzata in collaborazione con Ice Pechino le calzature made in Italy hanno rappresentato in passerella la capacità creativa e i contenuti di innovazione tecnologica del saper fare italiano. A completare il programma Anci nella capitale cinese anche il Micromuseum Shoes, una mostra di calzature storiche provenienti dai principali musei della calzatura in Italia, che illustra la modernità e l’attualità del made-in-Italy attraverso lo scorrere degli anni, e i richiami della moda che, ispirandosi al passato, si reinventa continuamente, costruendo il grande patrimonio della creatività e del saper fare italiani. Un altro mercato storico per la calzatura italiana è quello tedesco. A Monaco di Baviera si è chiuso recentemente il “Moda Made in Italy”, la rassegna dedicata alla calzatura italiana di alta gamma organizzata da Anci. Ben 236 espositori italiani hanno presentato le nuove collezioni per l’autunno-inverno 2008/2009, proponendo al mercato tedesco il meglio della produzione calzaturiera italiana. Nonostante il mercato tedesco abbia ridotto gli acquisti di calzature italiane negli ultimi anni, rimane comunque un mercato di riferimento per tutto il nord Europa e il primo Paese cliente in quantità con quasi 45 milioni di paia e oltre 905 milioni di euro nel 2006. I primi undici mesi del 2007 mostrano, dopo cinque anni di decrementi, una lieve ma significativa inversione di tendenza: nel periodo gennaio-novembre 2007 sono stati esportati in Germania 41,3 milioni di paia (-1,2%) e 844,7 milioni di euro con un incremento dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2006.
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