Tessile, un 2007 in frenata
Il settore tessile italiano riesce a difendersi dalla concorrenza sempre più spietata della Cina: nel 2007 i ricavi generati dalle circa 3.700 imprese del comparto sono stati pari a 9,11 miliardi di euro, in linea (+0,1%) con quanto fatturato nell'anno precedente. Secondo i dati resi noti dal centro studi di Sistema Moda Italia, l'incidenza dell'export è aumentato dello 0,6% a quota 6 miliardi, con
punte del +10% verso Cina e Hong Kong. Buona anche la crescita verso alcuni mercati più tradizionali come Francia e Spagna, dove le nostre aziende hanno visto crescere le proprie
esportazioni rispettivamente del 4,6 e del 2,8 per cento. In affanno altri mercati storici per il made in Italiy come gli Usa (-1,8%) e la Germania (-0,7%). Le importazioni si sono attestate a 1,6 miliardi, in aumento dell'8,8% sul 2006.
“Il fatturato 2007 del comparto tessile si mantiene sostanzialmente sui livelli dell'anno precedente, anche in conseguenza del buon andamento della vendita ai clienti confezionisti Made in Italy, mentre l'export ha confermato la moderata crescita che era nelle previsioni», ha commentato Paolo Zegna, presidente di Milano Unica, che si chiusa il 15 febbraio.
La sesta edizione del salone italiano del tessile (promossa e organizzata dai cinque storici appuntamenti del tessile ‘made in Italy’: Ideabiella, IdeaComo, Moda In, Prato Expo e Shirt Avenue), ha fatto registrare “un significativo gradimento da parte degli espositori di tutte e cinque le manifestazioni”. Le intese commerciali stipulate e la presenza di tutti i più importanti buyer sono alla base del successo commerciale di questa edizione.
Alla chiusura, le presenze rilevate sono state 30.300 circa. Il calo percentualmente, ma anche in cifre asssolute, è stato fatto registrare dai buyers americani e giapponesi sicuramente scoraggiati dall’indebolimento del dollaro e dello yen rispetto all’euro. In crescita significativa, invece la presenza di buyer provenienti dai Paesi emergenti, Cina e India (mediamente raddoppiano) e dell’Est Europa. Le aziende presenti, tutte di alto livello, sono state 16.750, di cui 5121 estere.
“L’assestamento fisiologico dell’affluenza non è, in questo quadro, particolarmente preoccupante - ha spiegato il presidente Paolo Zegna – Siamo, in particolare soddisfatti per il numero di aziende ma, soprattutto, per la qualità dei buyers presenti in fiera per più giornate, che per la nostra industria sono il dato più interessante. Già a partire dalle prossime settimane metteremo a punto specifiche strategie rivolte soprattutto ai mercati americano e giapponese, sforzandoci di contrastare gli effetti negativi indotti dall’indebolimento di dollaro e yen rispetto all’euro. Lavoreremo anche per ulteriormente rafforzare e ampliare la nostra offerta di espositori di qualità, servizi, iniziative, lay out e comunicazione, come abbiamo già fatto in questa edizione. Milano Unica, deve diventare sempre di più il salone del tessile leader a livello mondiale”.
Gli espositori, circa il 25% proveniente dagli altri Paesi dell’Unione Europea (nell’ordine: Francia, Spagna, Inghilterra, Portogallo, Germania) in rappresentanza della migliore produzione tessile italiana ed europea, sono stati complessivamente 659, e risultavano così suddivisi: 511 italiani e 148 europei. L'appuntamento è dal 16 al 19 settembre prossimo, per la settima edizione di Milano Unica.